18 marzo 2016

Referendum No Triv: Cronistoria del “Referendum utile”



DAL DEPOSITO DEI SEI QUESITI REFERENDARI A OGGI

30 settembre 2015
Presentati i quesiti referendari a seguito di due distinti appelli -il primo del Coord Naz No Triv + A Sud; il secondo da parte di oltre 200 Associazioni - 10 Assemblee elettive regionali avevano deliberato di chiedere referendum

26 novembre 2015
La Corte di Cassazione accoglie ben 6 quesiti su 6

13 dicembre 2015
Il Governo presenta emendamenti in Commissione Bilancio alla Camera. Recepiti 3 quesiti su 6; in particolare:
1- Il Parlamento ha accettato di modificare le norme sulla strategicità, indfferibilità ed urgenza delle attività petrolifere.
Questo costituisce un innegabile successo, in quanto la dichiarazione di strategicità delle opere avrebbe comportato il dimezzamento dei termini processuali nei ricorsi e una disciplina poco garantista per gli enti territoriali circa la loro partecipazione ai lavori della conferenza di servizi.
2- Risulta cancellata anche l'assurda previsione del "vincolo preordinato all'esproprio" già a partire dalla fase della ricerca degli idrocarburi: con ciò il diritto di proprietà del privato è salvo;
3- Il Parlamento ha inoltre accettato di cancellare quelle norme che consentivano al Governo di sostituirsi alle Regioni in caso di mancato accordo sui progetti petroliferi e sulle infrastrutture necessarie alla realizzazione di tali progetti: oggi non è più possibile arrivare ad una decisione sui progetti petroliferi se non aprendo una trattativa con le Regioni.
Tuttavia il Parlamento elimina la previsione del Piano delle Aree. Reintroduce -ma con formulazione ambigua- il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare a meno di 12 miglia marine dalle linee di costa e dalle aree naturali. I No Triv propongono sub emendamenti correttivi per reintrodurre il Piano delle Aree e per far sì ch si specifichi che i procedimenti in corso delle istanze di ricerca e coltivazione entro le 12 miglia da linee costa ed aree naturali siano rigettati - La Camera boccia entrambi nella seduta del 19 dicembre 2015.

1 gennaio 2016
Entra in vigore la Legge di Stabilità 2016

7 gennaio 2016
Si pronuncia nuovamente la Cassazione che:
1- Prende atto dell'accoglimento, con la Legge di Stabilità, di 3 quesiti su 6;
2 - Stabilisce che non v'è certezza di rigetto per procedimenti in corso per istanze in mare entro le 12 miglia marine;
3- Non accoglie n. 2 quesiti (Piano Aree e Durata Titoli) in quanto con Legge di Stabilità il Parlamento ha abrogato le norme oggetto di quesiti referendari.

12 gennaio 2016
Delle 10 Regioni pro referendum, 6 Regioni (Marche, Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria, Sardegna) accolgono l'iniziativa No Triv di sollevare il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, avverso l'ordinanza della Corte di Cassazione. In caso di accoglimento, verrebbero ammessi a referendum altri due quesiti referendari sulla questione idrocarburi, relativi alla proroga dei titoli sulla terraferma e al Piano delle Aree

13 gennaio 2016
L'udienza della Corte Costituzionale è rinviata al 19 gennaio.

15 gennaio 2016
Si apprende in serata che la Regione Abruzzo si è costituita in giudizio dinanzi alla Corte costituzionale contro le altre 9 Regioni e a sostegno del Governo per chiedere che il Referendum No Triv sii dichiarato inammissibile

19 gennaio 2016
La Corte Costituzionale ha giudicato ammissibile il quesito referendario n. 6. Tra il 10 ed il 15 febbraio il Presidente indicherà la data di svolgimento del Referendum.

29 gennaio 2016
6 Regioni (Marche, Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria, Sardegna) depositano presso la Corte costituzionale due ricorsi per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, avverso l'ordinanza della Corte di Cassazione. In caso di accoglimento, saranno ammessi a referendum altri due quesiti referendari sulla questione idrocarburi, relativi alla proroga dei titoli sulla terraferma e al Piano delle Aree

4 febbraio 2016
Sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse 31 gennaio 2016, il MISE-Unmig pubblica i provvedimenti di:
 
rigetto totale delle istanze di permesso di ricerca:
 «d 59 F.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd.
«d 148 D.R-.CS» presentata dalla Società Apennine Energy S.p.A.
«d 151 D.R-.EL» presentata dalla Società Petroceltic Italia S.r.l.
«d 358 C.R-.EL» presentata dalla Società Petroceltic Italia S.r.l.
«d 1 G.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
«d 6 F.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
«d 23 A.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
«d 30 B.C-.MD» presentata dalla Società RockHopper Italia S.p.A.
«d 39 A.C-.EA» presentata dalla Società Eni S.p.A.

rigetto parziale e riperimetrazione delle istanze di permesso di prospezione
«d 1 B.P-.SP» presentata dalla Società Spectrum Geo Limited
«d 1 F.P-.SP» presentata dalla Società Spectrum Geo Limited.
«d 2 E.P-.TG» presentata dalla Società TGS-Nopec Geophysical Company Asa.
«d 2 F.P-.PG» presentata dalla Società Petroleum Geo Services Asia Pacific.

rigetto parziale e riperimetrazione delle istanze di permesso di ricerca
«d 29 G.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd
«d 30 G.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd
«d 33 G.R-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
«d 68 F.R-.TU» presentata dalla Società Transunion Petroleum Italia
«d 73 F.R-.SH» presentata dalla Società Shell Italia E&P S.p.A.
«d 74 F.R-.SH» presentata dalla Società Shell
«d 361 C.R-.TU» presentata dalla Società Transunion Petroleum Italia
«d 503 B.R-.CS» presentata dalla Società Apennine Energy S.p.A.
«d 61 F.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd.
«d 67 F.R-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
«d 87 F.R-.GM» presentata dalla Società Global MED LLC.

rigetto parziale e riperimetrazione delle istanze di concessione di coltivazione
 «d 2 G.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
 «d 26 B.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
 «d 40 A.C-.PY» presentata dalla Società Po Valley Operations PTY

9 febbraio 2016
La compagnia irlandese Petroceltic presenta al MISE istanza di rinuncia ad uno dei suoi permessi di ricerca di gas e petrolio che interessano più direttamente l'off shore al largo delle Isole Tremiti, in piccola parte interferente con le zone marine interdette. Da diverso tempo in difficoltà finanziarie, Petroceltic intende concentrare gli sforzi sugli altri permessi detenuti in Adriatico. Il MISE prende atto dei mutati piani industriali della compagnia e non sanziona.

10 febbraio 2016
Il Consiglio dei Ministri fissa la data del Referendum al 17 aprile 2016. E' la terza volta nella storia dell'Italia repubblicana che si vota in aprile e la sesta in unica giornata. Qualche giorno dopo il Capo dello Stato Sergio Mattarella, con un decreto presidenziale, controfirmerà l’atto deliberato dal Consiglio dei Ministri.

23 febbraio 2016
Il gruppo olandese Shell conferma di aver rinunciato a due istanze di ricerca di gas e petrolio nel Golfo di Taranto, nell'off-shore della Calabria. "Le lettere con cui Shell lo scorso 8 febbraio ha comunicato al Mise la volontà di non procedere con i progetti in questione per entrambi i blocchi d.73 e d.74 - dichiara Shell - si riferiscono alla riperimetrazione dell’area in oggetto dell’istanza, effettuata da Codesta Amministrazione a seguito della modifica intervenuta alla disciplina con la legge 28 dicembre 2015 n.208, che riduce significativamente l’interesse minerario che motivava l’istanza originariamente presentata".

BILANCIO PROVVISORIO DEL PERCORSO REFERENDARIO

I quesiti referendari erano SEI:

- TRE QUESITI sono stati soddisfatti con le modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità 2016: il Parlamento ha accettato di modificare le norme sulla strategicità, indifferibilità ed urgenza dell attività petrolifere. Questo costituisce un innegabile successo, in quanto la dichiarazione di strategicità delle opere avrebbe comportato il dimezzamento dei termini processuali nei ricorsi e un disciplina poco garantista per gli enti territoriali circa la loro partecipazione ai lavori della conferenza di servizi. Cancellata è anche l'assurda previsione del "vincolo preordinato all'esproprio" già a partir dalla fase della ricerca degli idrocarburi: con ciò il diritto di proprietà del privato è salvo. Il Parlamento ha inoltre accettato di cancellare quelle norme che consentivano al Governo di sostituirsi alle Region in caso di mancato accordo sui progetti petroliferi e sulle infrastrutture necessarie alla realizzazione di tali progetti: oggi non è più possibile arrivare ad una decisione sui progetti petroliferi se non aprendo una trattativa con le Regioni.

- UN QUESITO è stato ritenuto ammissibile dalla Corte Costituzionale: si tratta del quesito sul divieto delle attività petrolifere in mare entro le 12 miglia. Il Parlamento ha accettato di modificare la norm del Codice dell'Ambiente, che consentiva la conclusione dei procedimenti in corso, prevedendo, tuttavia, che i permessi e le concessioni già rilasciati non avessero più scadenza e senza chiarire che  procedimenti in corso dovessero ritenersi definitivamente chiusi e non solo sospesi. L'ammissione comporterà che, in caso di esito positivo del referendum, bisognerà rispettare la volontà dei cittadini, e cioè:
1) dall'abrogazione referendaria deriverà un vincolo per il legislatore che non potrà rimuovere il divieto di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia;
2) dall'abrogazione referendaria deriverà l'obbligo per le compagnie dell'Oil & Gas che già oggi detengono titoli per ricerca e coltivazione in mare entro il limite delle 12 miglia di ultimare le attività previste nei programmi di lavoro entro tempi certi e prestabiliti e non fino ad esaurimento del giacimento.
 
- DUE QUESITI restano ancora insoddisfatti e rispetto ad essi è stato promosso ricorso davanti alla Corte costituzionale: si tratta del quesito relativo alla durata dei permessi e delle concessioni e del quesito sul "piano delle aree". In relazione alla durata dei titoli: la Cassazione ha dichiarato che non si debba più procedere a referendum. Ma questa decisione nasce da una errata interpretazione delle norme. La Cassazione, infatti, non spiega perché mai la proroga della durata dei permessi e delle concessioni costituisca un problema per la ricerca e le estrazioni in mare (e che quindi si debba andare a referendum), mentre non costituisce un problema per la ricerca e le estrazioni in terraferma (e che
quindi non si debba andare a referendum). Per questa ragione è assolutamente urgente recuperare il quesito sul Piano delle Aree. Se la Corte ammetterà il conflitto e deciderà che vi è stata effettivamente elusione dei quesiti sulla durata dei titoli e sul Piano, la sua decisione sarà in condizione di annullare le modifiche del Parlamento su questi due punti.
Ciò vuol dire che rivivranno le norme sulle quali era stato proposto il referendum e, a quel punto, il referendum si potrà celebrare su TRE QUESITI: IL MARE, LA DURATA DEI PERMESSI E DELLE CONCESSIONI E IL PIANO DELLE AREE.

La Corte Costituzionale si pronuncerà il 9 marzo 2016. ( ndr: si è pronunciata negativamente )

Referendum - Cronistoria al 23.02.2016 (redatto da Carmela La Padula del Coordinamento No Triv Basilicata.)

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