4 dicembre 2014

ECOLETTERA 55 del Gruppo Cinque Terre



  editoriale: Gli effetti nefasti del Job Act

Uno dei principali esiti del Jobs Act, a danno dei lavoratori, sarà la liquidazione di fatto del contratto nazionale di lavoro (CNL), in attesa di una legge, di cui il governo parlerà, sembra, a gennaio, che ne sancisca anche sul piano formale la definitiva insignificanza rispetto alla contrattazione aziendale e territoriale. D’altra parte la strada verso tale esito nefasto era già stata tracciata dagli accordi interconfederali del giugno 2011 e del novembre 2012 (non firmato dalla Cgil). In essi venivano assegnate al cnl dei compiti del tutto marginali rispetto alla sua funzione storica: che sta nel difendere la quota salari sul Pil, cioè la parte di reddito che va ai lavoratori rispetto a quella che va ai profitti e alle rendite finanziarie e immobiliari. Grazie al progressivo indebolimento del cnl, dal 1990 al 2013 tale quota è diminuita in Italia di circa 7 punti, dal 62 per cento al 55. Si tratta di oltre 100 miliardi che invece di andare ai lavoratori vanno ora ogni anno ai possessori di patrimoni, dando un contributo di peso all’aumento delle disuguaglianze di reddito e di ricchezza. Questo spostamento di reddito dal lavoro ai profitti e alle rendite ha pure contribuito alla contrazione della domanda interna. Un top manager può pure guadagnare duecento volte quel che guadagna un suo dipendente, ma quanto a consumi quotidiani, dagli alimentari ai trasporti, non potrà mai rappresentare una domanda pari a quella di duecento dipendenti. Oltre che tra i lavoratori e le classi possidenti, le disuguaglianze aumenteranno tra gli stessi lavoratori. La facoltà conferita alle imprese, comprese decine di migliaia medio-piccole, di regolare mediante accordi sindacali anche locali sia il salario, sia altre condizioni cruciali del rapporto di lavoro, avrà come generale conseguenza una ulteriore riduzione dei salari reali e con essi della quota salari sul Pil. In fondo, è uno degli scopi del Jobs Act, anche se non si legge in chiaro nel testo. ( Luciano Gallino  da micromega-online ) leggi 

I grillini, la casta e l'importanza dei soldi 

Ciò che preoccupa di più nei grillini non è il dissenso, ma la mancanza di proposte seriamente capaci di proporre una articolata revisione critica delle basi culturali, organizzative, democratiche del Movimento che sono chiaramente ormai del tutto inadeguate ad un gruppo ormai uscito dalla fase nascente ma che non ha le gambe giuste  per diventare adulto. Che è cosa ben diversa  dalla continua e reciproca guerriglia interna o le furberie sui soldi; che provocano odio e rottura della solidarietà di gruppo. Nella politica, dove soldi e potere sono, magari momentaneamente o illusoriamente, a portata di mano, il connubio possibile fra soldi, potere e politica ha un potenziale effetto velenoso che oggi spesso prevale e fa perdere sia il senso della comunità che della solidarietà sociale. Per questo tutta la politica e dintorni va pagata meno. Per certi aspetti è una delle cause preponderanti della crisi della nostra epoca. Per chi dichiara di tentare un altro modello di convivenza sociale, una coerente attenzione ai comportamenti personali è fondamentale e l'importanza dei soldi e del potere, anche in un piccolo gruppo, non è questione di poco conto perché ci si può perdere l'anima.   ( di Massimo Marino ) leggi

Livorno: Nogarin «No al gestore privato» 

La giunta Nogarin scova alcune «lacune» normative e sottopone ai sindaci il Piano B. Livorno, dopo l’acqua, i rifiuti. Dopo l’Autorità idrica toscana, la cui presidenza è in stand by, con il direttivo «messo in crisi» dalle eccezioni del sindaco Nogarin, anche l’Ato Costa e il piano straordinario rifiuti della Regione, che ormai sembravano viaggiare spediti verso il bando del gestore unico, s’incagliano su una serie di osservazioni sollevate dalla giunta M5S di Livorno. Sono stati l’assessore all’ambiente Gordiani e l’assessore al Bilancio Lemmetti a piazzare sul tavolo il «carico da 11». Costringendo di fatto Ato ad ammettere che «non esistono impedimenti tecnici affinché il cambio di rotta in tema di rifiuti adottato dal Comune di Livorno non sia preso in seria considerazione». Insomma il «sistema Toscana» sarebbe stato preso in castagna un’altra volta. Il Comune di Livorno è quello contrario ad affidare il ciclo rifiuti ad un gestore privato e favorevole alla creazione di un gestore pubblico di cui entrino a far parte tutti i 92 Comuni dell’Ato Costa. Motivo? Lo stesso che sta alla base della battaglia per l’acqua pubblica: il gestore privato anche in tema rifiuti, per la giunta livornese, equivale ad aumento delle tariffe e delle infrastrutture. ( Paola Zerboni da Nazione ) leggi
 
Nelle librerie ''68 volte ti amo '', il romanzo storico che si svolge nei 12 mesi del 1968

Inizia ad arrivare nelle librerie ''68 volte ti amo''  il romanzo storico di Massimo Marino che si svolge nei 12 mesi del 1968. 12 mesi visti attraverso le vite di Matteo, Valentina, Giulia, Marta, suor Angela, mentre sullo sfondo si svolgono gli avvenimenti di un anno che è rimasto nella storia come assolutamente speciale. Cinque persone incrociano le loro storie ma si muovono verso strade differenti che li porteranno infine a scelte politiche e di vita assai diverse. Una analisi attenta di quelle diversità che non trovando il loro punto di sintesi impedirono al '68 italiano di ottenere un cambiamento profondo e radicale della realtà complessa, immobile e in parte tragica dell'Italia. ''68 Volte ti amo'' è il primo volume di una trilogia dedicata a questo tema ( ''la saga di Matteo '' ), che continuerà con gli stessi protagonisti nel confronto con una nuova generazione alla fine del secolo e infine con quella dei giorni nostri. Oltre che nelle librerie , dove può essere ordinato se non disponibile, il libro può essere acquistato via internet presso l'editore FioriGialli 
(www.fiorigialli.it  - info@fiorigialli.it - tel:069639055 e www.illibraiodellestelle.com ) o richiesto all'autoreLeggi la prefazione al libro qui

L’agonia della democrazia
La democrazia sta agonizzando, colpita a morte dal populismo di Matteo Renzi. Nella rossa Emilia Romagna, una volta feudo della sinistra, il 62% degli elettori ha disertato le urne per l’elezione del governatore, percependo lucidamente che il rito del voto sarebbe stato solo una farsa. E il nuovo governatore, eletto con meno del 50% dei votanti, non rappresenta dunque che un quinto degli elettori. Invece di rendere nulla la votazione, come si sarebbe fatto per un referendum, e affidare temporaneamente la regione a un commissario, la legge elettorale “maggioritaria” permette comunque all’usurpatore di insediarsi e prendere il potere assoluto per cinque anni. Se ad andare a votare fossero stati solo in tre, sarebbero bastati due voti in tutto per governare… Da parte sua, il premier Matteo Renzi esulta per la “netta vittoria”. ( Piergiorgio Odifreddi  dal  blog su repubblica.it ) leggi   
Legge elettorale, percorso si complica Tesauro 'smonta' l'Italicum

"Non può valere solo per Camera". Si complica il destino dell'Italicum che è stato messo in dubbio dal presidente emerito della Corte costituzionale, Giuseppe Tesauro. L'ex giudice della Consulta, estensore della sentenza che a gennaio ha dichiarato illegittimo il Porcellum, ha parlato di "troppe criticità" e di "dubbi sulla compatibilità costituzionale" sia per la versione approvata dalla Camera, sia per la nuova versione su cui la maggioranza si è recentemente accordata. In una audizione alla commissione Affari costituzionali del Senato, Tesauro ha smontato l'Italicum pezzo a pezzo. Non solo, ha ammonito, non vanno bene la soglia del 37% per il premio di maggioranza, i listini bloccati, e gli sbarramenti troppo alti, punti che la maggioranza è intenzionata a cambiare; il presidente emerito della Corte ha messo in discussione anche l'impianto di fondo della legge che rende di "dubbia compatibilità costituzionale" anche la nuova versione voluta dalla maggioranza. ( ansa.it  ) leggi
 
Torino: Trasporti, si riapre in regione l'ipotesi Metro linea 2 verso San Mauro - Pescarito 

Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno del M5S che impegna la Giunta regionale a rivalutare lo studio effettuato da AMM (Agenzia per la mobilità metropolitana) per la realizzazione della linea 2 della metro verso San Mauro (Pescarito). E'critica la mobilità di quest'area e di tutto l’Oltrepò collinare, i cui spostamenti verso Torino sono i più lenti di tutta l’area metropolitana a causa della mancanza di infrastrutture e di un mezzo di trasporto veloce quale metro o treno. ( da Gruppo Consiliare  M5S Piemonte ) leggi
 

Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua - Comitato Acqua Pubblica Torino
Torino. Venerdì 5 dicembre alle ore 17.30
via Sant'Ottavio-Palazzo Nuovo
                                                         CI PRIVATIZZANO DI TUTTO…   RIPRENDIAMOCI TUTTO!
Attraverso l’alibi della crisi si ripropone con prepotenza l’idea del privato come regola. Passo dopo passo, le Multiservizi A2A, Iren, Hera e Acea proveranno a far man bassa di tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, per divenire gli unici campioni nazionali, per competere poi sui mercati internazionali. Se la nuova ondata di privatizzazioni, messa in campo dal governo con Sblocca Italia e Legge di Stabilità, vuole cancellare la conquista referendaria sarà sempre più difficile anche la difesa degli altri Diritti.
Per questo invitiamo a partecipare ad un’assemblea pubblica tutte le realtà interessate ad un confronto volto a contrastare questa nuova ondata di privatizzazioni. Hanno aderito:
Coordinamento Diritto alla Salute - Economia del Bene Comune - No Inc – Rifiuti Zero - Grugliasco Comunità Sostenibile - Attac Torino – Studenti Indipendenti - Comitato Acqua Pubblica Torino - Pro Natura Torino - Sistema Torino - Gruppo Cinque Terre - Comitato per la difesa dei Giardini Reali - - Comitato sniarischiosa - Comitato Area Ex Westinghouse Nebiolo - Officine Corsare


Isis, guerre di conquista e guerre tra poveri. L’odio razziale è anche in Occidente

Nel caos geopolitico in cui ci troviamo, nel labirinto della vita virtuale in cui diventa sempre più difficile distinguere la realtà dalla finzione e di fronte a fenomeni inquietanti come gli scontri di piazza razziali negli Stati Uniti e l’ascesa in Medio Oriente dell'Isis, si alza la voce di Papa Francesco, come un faro che cerca di squarciare le tenebre esistenziali in cui siamo piombati. Sullo sfondo della deflazione e di fronte all’ascesa della disoccupazione, non solo in Italia, ma a giudicare dai fatti di Ferguson, anche oltreoceano, si profila lo spettro del razzismo. L’Isis lo pratica quale strategia primaria per rendere la società il più omogenea possibile, una tattica che facilita la raccolta del consenso all’interno del territorio da questo controllato. Sullo sfondo dell’impoverimento della classe media e dell’assenza di mobilità sociale, quel 99% di poveri e potenziali poveri hanno iniziato a lottare tra di loro. In questa guerra tra mendicanti c’è anche lo Stato, che non riesce a sedare la rivolta dei poveri e che invece finisce per farne parte. La decisione delle istituzioni americane di non punire il poliziotto bianco che a Ferguson la scorsa estate ha ucciso l’adolescente nero che armeggiava una pistola giocattolo e di non concedere l’appello a questa sentenza ne è la riprova.. Le parole del Papa sono preziose perché ci ricordano che gli uomini sono tutti uguali, questo è il primo sacrosanto diritto umano. ( Loretta Napoleoni su ilfattoquotidiano.it ) leggi
 
 C’è il Messico nel nostro futuro

In una Città del Messico percorsa dalle proteste per i 43 studenti scomparsi, alla sbarra del Tribunale dei Popoli il Trattato che liberalizza gli scambi con il Nord America. Resterà impressa nel ricordo di tutti quelli che erano lì la ses­sione finale dal 12 al 15 novem­bre con il titolo «Libero com­mer­cio, violenza, impunità e diritti umani dei popoli. Capi­tolo mes­si­cano»: per l’orrore e la pena pro­vata nel sen­tire diret­ta­mente dalla voce di tre com­pa­gni di scuola dei 43 ragazzi despa­re­ci­dos della scuola nor­ma­les di Ayo­tzi­napa il rac­conto det­ta­gliato di cosa è acca­duto quel 26 set­tem­bre. «C’è più che una buona ragione per accu­sare i pre­si­denti del Mes­sico, da Car­los Sali­nas de Gotari fino a Enri­que Peña Nieto, di cri­mini con­tro l’umanità, geno­ci­dio, devia­zione del potere». A dire que­ste parole, pre­sen­tando la sen­tenza finale, è stato mon­si­gnor Raul Vera, vescovo di San­tillo, anche lui un giu­rato del Tri­bu­nale. Che tanto per chia­rire ha aggiunto: «E in con­se­guenza del Nafta (il Nord Ame­ri­can Free Trade Agree­ment ) che è stato sman­tel­lato lo stato e si è cri­mi­na­liz­zata l’economia. Vor­reb­bero che moris­simo in silen­zio come i leb­brosi, che il Mes­sico fosse popo­lato da fan­ta­smi e da schiavi, che vanno a estin­guersi nelle caverne per far spa­rire i pro­pri cadaveri». (  Luciana Castellina su ilmanifesto.it ) leggi
 
Spagna - Podemos: dalle elezioni europee all’Asamblea Ciudadana di novembre

Podemos è la grande novità della politica spagnola del 2014. Ne abbiamo parlato in questo sito il 18 giugno scorso, dopo l’exploit del nuovo partito alle elezioni europee del mese di maggio (1.245.000 voti, pari al 7,97% del totale e a 5 seggi nel Parlamento Europeo). Un risultato che nessun partito con solo cinque mesi di vita aveva mai ottenuto in Spagna; un partito che ormai conta oltre 250 mila simpatizzanti iscritti alla sua web e circa mille circoli in tutto il paese. Come evidenziò il manifesto del nuovo partito, presentato nel gennaio di quest’anno, e intitolato “Mover ficha: convertir la indignación en cambio político”, Podemos non nasce dal nulla, ma si collega all’onda lunga dei movimenti sociali dell’ultimo triennio (gli indignados e il movimento del 15-M, le mareas contro i tagli all’educazione e alla sanità del biennio successivo, la Plataforma de Afectados por la Hipoteca). Podemos ha fatto passi da gigante in questi primi dieci mesi di vita. Vedremo se riuscirà a mantenersi all’altezza delle aspettative generate nella società spagnola. (Steven Forti su www.giannuli.itleggi
 
Spagna: Podemos, arriva il programma economico: lavorare meno, lavorare tutti

Adelante, usciamo dal fiume soffocante”, si apre con una citazione di Pablo Neruda il programma economico presentato pochi giorni fa da Podemos, Un progetto economico per la gente” è il titolo del dossier che vuole essere una proposta per democratizzare l’economia, nel segno dell’equità, del benessere e della qualità della vita. Un programma ambizioso che in una congiuntura difficile intende fare ricorso a “massicce dosi di pragmatismo”, un realismo che non vuole rinunciare ai sogni, come si legge nel documento politico. (Andrea Lupi e Pierluigi Morena su ilfattoquotidiano ) leggi

Germania: Governo Linke in Turingia, la coalizione ha un programma

Gli obiettivi, stilati con Verdi e SPD, prevedono politiche del lavoro contro la precarietà, un anno di asilo nido completamente gratuito, assunzioni di docenti, rafforzamento del tempo pieno a scuola, allentamento del patto di stabilità per consentire investimenti ai comuni, impegno per le energie alternative. Dopo l’accordo poli­tico, il pro­gramma: in questi giorni è stato com­piuto un altro passo avanti sulla strada che porta al governo a guida Linke in Turin­gia. Cen­to­sei det­ta­glia­tis­sime pagine in cui sono elen­cati obiet­tivi e pro­getti della coa­li­zione pro­gres­si­sta che vuole con­durre nei pros­simi cin­que anni il Land della Ger­ma­nia centro-orientale con un’amministrazione di cam­bia­mento, dopo oltre 20 anni di domi­nio asso­luto dei demo­cri­stiani della Cdu. ( Jacopo Rosatelli da ilmanifesto.it   leggi

Francia: Grenoble verde, via la pubblicità dalle strade

Il sindaco écolo di Grenoble, Eric Piolle, ha fatto votare dal consiglio comunale una decisione unica in Europa: da gennaio spariranno progressivamente i pannelli pubblicitari dalla strade della città. L’occasione è la scadenza del contratto che legava la città al leader francese (e non solo) delle affissioni e dell’arredo urbano, JcDecaux. Lo smantellamento durerà 4 mesi. ( Anna Maria Merlo su ilmanifesto.it )   leggi
 
L'Occidente tace mentre la Libia sprofonda nell'abisso
Ricordate quando la Libia veniva attaccata da americani, britannici, francesi e qatarioti ed i rispettivi governi pubblicizzavano l'intervento come un esempio lampante di missione estera pacifica e di successo? Vale la pena rivedere il video di David Cameron quando, in cerca di applausi come liberatore di Bengasi nel settembre 2011, inneggia al rovesciamento di Muammar Gheddafi e si rivolge alla folla con "la vostra città è stata un esempio per il mondo, vi siete liberati di un dittatore e avete scelto la libertà". Cameron non è ancora tornato a Bengasi, né è probabile che lo faccia, visto che le milizie combattenti hanno ridotto la Libia in uno stato di anarchia nel quale nessuno è al sicuro. La maggior parte dei libici oggi vive molto peggio che durante il regime di Gheddafi, nonostante il culto della sua personalità e l'autoritarismo del suo governo. Il massacro sta peggiorando di mese in mese e sta schiacciando tutto il paese. Le persone portate al potere da quell'intervento hanno ridotto un paese rimasto in pace per più di mezzo secolo a livelli di violenza che iniziano ad avvicinarsi a quelli di Siria, Iraq ed Afganistan. Qualunque fossero le intenzioni dell'occidente, il risultato è stato un disastro. (Patrick Cockburn su www.comedonchisciotte.org , fonte: www.independent.co.uk  ) leggi

Il paese è diventato uno dei più inquinati del mondo sviluppato e il governo conservatore in un anno ha aggravato molto la situazione. Agli australiani piace immaginarsi persone sensibili all’ecologia. La loro isola offre qualcosa come 7,8 milioni di chilometri quadrati di paesaggi pazzeschi. Furono fra i primi a investire pesantemente nell’energia solare. Hanno avuto leggi a tutela dell’ambiente sin dal periodo coloniale. Nel 2007, elessero un primo ministro, Kevin Rudd, che si era candidato sulla base di un progetto politico ambientalista, con la promessa di firmare il protocollo di Kyoto e di approvare riforme radicali in tema. Eppure, sette anni dopo, l’Australia ha buttato dalla finestra il suo ambientalismo. Il partito laburista, quello degli ambientalisti coscienziosi, è fuori dai giochi: è accaduto a causa di una lotta interna e di una feroce campagna nei loro confronti condotta dei giornali controllati da Rupert Murdoch, che hanno contribuito a diffondere teorie complottiste riguardo il cambiamento climatico. Al suo posto, ha preso il potere il partito liberale, di destra, guidato da un primo ministro che una volta disse che «la causa ambientalista è una stronzata totale». (  Will Oremus e Ariel Bogle su ilpost.it ) leggi
 
Banche sporche di carbone 

Il 2013 è stato l’anno dei record per i finanziamenti da parte degli istituti di credito privati alle compagnie che estraggono il carbone. La cifra fornita dalle principali 92 banche del pianeta si aggira intorno ai 66 miliardi di euro. A rivelarlo la rete europea BankTrack, che ha diffuso un rapporto con l’analisi di tutte le operazioni. Il Paese più coinvolto nel business è la Cina, mentre a guidare la classifica ci sono con JP Morgan Chase, Citi Bank e Royal Bank of Scotland. L’italiana Unicredit si piazza al diciottesimo posto, con un “impegno” di quasi 7,5 miliardi di euro e il coinvolgimento in alcuni progetti molto controversi, come quello di Sostanj in Slovenia. Un caso di pressante attualità nel Paese dell’ex Jugoslavia, in quanto un paio di settimane fa c’è stato il rinvio a giudizio di dieci dipendenti dell’Alstom e pubblici ufficiali per un sospetto caso di truffa riguardante l’aggiudicazione del contratto di costruzione dell’impianto a carbone.  Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericoloso rapporto tra istituti di credito e compagnie multinazionali che estraggono il carbone dalle viscere della terra, la rete europea di BanckTrack ha lanciato una nuova campagna, dal titolo quanto mai chiaro e diretto: “Banks: Quit Coal”, banche, abbandonate il carbone. Per scaricare il rapporto: vai qui ( Fonte: recommon.org  ) leggi

La crescita economica crea povertà

Il PIL è il concetto dominante dei nostri tempi. Tanto da ritenerlo il metro di misura del benessere delle nazioni. La crescita senza limiti, una fantasia di economisti, uomini d’affari e politici, è invece vista come sinonimo di progresso. Questo nonostante crei povertà attraverso la distruzione sia della natura che della capacità di intere comunità di auto-sostentarsi. La “crescita” ed il PIL si basano sulla creazione di un confine artificiale e fittizio, assumendo che se consumi ciò che produci, allora non produci. In effetti, la “crescita” misura la conversione della natura in denaro, e dei beni comuni in merci. Abbiamo bisogno di creare parametri che vadano oltre il PIL, economie che vadano oltre il supermercato globale, che riscoprano la vera ricchezza e l’autentico benessere. ( Vandana Shiva da La Stampa ) leggi

La foto del giorno: l'Italia rottamata degli ultimi 10 anni



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Fukushima: ''Il governo nasconde la verità, i bambini muoiono''. L'ex sindaco di Fukushima, Katsutaka Idogawa, mette in dubbio la versione ufficiale. vedi
 
 Roma: una “Mafia Capitale”, originale e autonoma, al centro di un «documentato sistema corruttivo» che a Roma gestiva appalti e distribuiva  tangenti, grazie alla complicità tra criminalità, politica e affari. Di Maio (M5S): “Bastava non  votarli” vedi

Il contradditorio dibattito al Parlamento Europeo sulla mozione di sfiducia contro il Presidente della Commissione europea Junker, presentata dal M5S, sul paradiso fiscale del Luxemburgo vedi

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                                            Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre






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