18 settembre 2013

Louisiana, l’80 per cento della costa è dell’industria del petrolio e del gas

di Maria Rita D'Orsogna *

Nel corso degli anni i petrolieri hanno trivellato la laguna alla ricerca di petrolio e costruito almeno 10,000 miglia di canali ed oleodotti, cambiandone definitivamente l’assetto. E’ evidente infatti che interventi di così grande portata finiscano con lo stravolgere tutti i delicati equilibri naturali. E così la terra lentamente ma inesorabilmente è sprofondata, la costa è stata persa a causa dell’erosione, la laguna è diventata mare.

E’ la subsidenza indotta, un fenomeno irreversibile, ed in Louisiana è irrefutabile.

E perché la laguna di Louisiana è importante? Perché, come per tutte le lagune, in caso di inondazioni funziona da strato di assorbimento, evitando danni maggiori sulla terraferma. Quando ci fu l’uragano Katrina, i danni sarebbero stati molto minori se la palude fosse stata integra.

For decades geologists believed that the petroleum deposits were too deep and the geology of the coast too complex for drilling to have any impact on the surface.

Per anni i geologi hanno creduto che i depositi di petrolio fossero troppo profondi e la geologia della costa troppo complessa affinché il petrolio avesse delle conseguenze sulla costa.

The removal of millions of barrels of oil, trillions of cubic feet of natural gas, and tens of millions of barrels of saline formation water lying with the petroleum deposits caused a drop in subsurface pressure—a theory known as regional depressurization. That led nearby underground faults to slip and the land above them to slump.
La rimozione di milioni di barili di petrolio, trilioni di piedi cubici di gas naturale e milioni di barili di acqua di produzione associata al petrolio, hanno causato un calo della pressione sotterranea – una teoria nota come depressurazzione regionale. Questo ha causato lo sprofondamento delle faglie sotterranee e l’affondamento della terra in superficie.
Quello che invece è nuovo è che il 24 Luglio 2013 la Southeast Louisiana Flood Protection Authority, creata dopo l’uragano Katrina per evitare altri disastri, ha deciso di aprire una causa contro ben 97 ditte petrolifere che controllano la maggior parte della laguna di Louisiana.

E’ una causa che ha già portato molte polemiche: la Louisiana è a tutti gli effetti un petrolstato dove i soldi per tutto – dalle campagne elettorali fino alle Università – sono in qualche modo collegati all’industria del petrolio e ovviamente non è bello che un ente semi-governativo porti in causa 97 ditte del petrolio, fra cui i giganti della Shell, Chevron e Exxon Mobil.

Tutti gli esperti indipendenti concordano che l’industria del petrolio sia stata quantomeno corresponsabile della subsidenza indotta in Louisiana, ma il governatore Bobby Jindial dice che la causa è anticostituzionale e che sarà di intralcio ai piani di recupero della costa.

Il compito della Southeast Louisiana Flood Protection Authority è quello di proteggere la costa. Devono monitorarla ed provvedere al funzionamento di tutti gli argini costruiti in anni recenti per evitare una seconda Katrina. Il sistema degli argini è costato 14.5 miliardi di dollari, ma i soldi per la manutenzione sono limitati. D’altro canto si stima che se non si interviene i danni da alluvione potrebbero arrivare fino a 23 miliardi di dollari l’anno.

Ecco allora l’idea della causa. John Barry, della Southeast Louisiana Flood Protection Authority dice infatti: “This lawsuit is about making sure that New Orleans has a fighting chance to survive. As we go forward and we look at the requirements of protecting people’s lives and property, it’s simply not possible to do that with the kind of financial resources that we can call upon. So it makes sense that someone — an industry that is a significant contributor to the problem — pay to fix the problem that they created.”

Questa causa è per permettere a New Orleans di avere una chance di sopravvivere. Mentre che andiamo avanti e cerchiamo di capire come fare per proteggere la vita e la proprietà delle persone, ci rendiamo conto che non e’ possibile farlo con le risorse finanziarie a nostra disposizione. E allora e’ sensato che qualcuno – l’industria che apporta un contributo significante al problema – paghi per sistemare il problema che lei stessa ha creato. 
Facile, lineare, logico, pragmaticamente americano.
Non c’è solo la Louisiana. In questi mesi, le cause contro i petrolieri qui negli Usa crescono a dismisura, altri esempi sono elencati qui, per fracking, per emissione di benzene, per sismicità indotta in tutto il paese. Questa è la prima volta che che una causa simile viene preparata su grande scala, da parte di un ente semi-governativo e contro cosi tanti Golia-petrolieri assieme.
                                                                           
 * da ilfattoquotidiano.it ,  17 settembre 2013

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